È stato firmato il 15 giugno il memorandum d’intesa che cambia potrebbe cambiare le forniture di gas nel Mediterraneo: l’Europa riceverà gas da Israele attraverso l’Egitto. La presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen e il premier italiano Mario Draghi, entrambi in visita a Gerusalemme, hanno firmato l’accordo che aiuta a ridurre l’enorme dipendenza dal gas russo. Giusto in tempo, visto che proprio il 14 giugno, Mosca ha diminuito del 40% le esportazioni attraverso il Nord Stream, facendo di nuovo salire il prezzo del gas sul mercato spot europeo, che era sceso da 108 a 83 €/MWh nell’ultimo mese.
Il ministero dell’Energia israeliano ha reso noto che si tratta di quantità significative, senza però specificare ulteriormente; la capacità massima di export stimata per l’area è di 20 mld di m3, la maggior parte proveniente da Tel Aviv).L’export verso l’UE avverrà attraverso l’Egitto: il gas sarà inviato verso Il Cairo via pipeline e trasformato in GNL presso gli impianti di liquefazione egiziani, Idku e Damietta. Da qui arriverà in Europa via navi metaniere.
Il gas naturale continuerà quindi ad avere un ruolo centrale nel mix energetico europeo fino al 2030, perché stabilizza un sistema sempre più dominato da fonti rinnovabili intermittenti (eolico, solare) almeno finché non si affermeranno tecnologie di stoccaggio energetico migliori e meno costose. Tra il 2030 e il 2050 il consumo di gas in Europa dovrebbe poi diminuire, permettendo di raggiungere l’obiettivo di neutralità carbonica entro la metà del secolo.
Di conseguenza, la cooperazione energetica tra Bruxelles, Tel Aviv e Il Cairo dovrà evolvere e andare oltre il gas. C’è già l’intenzione, che secondo la Von Der LeYen dovrebbe venire annunciata a novembre alla COP27, di istituire una partnership sull’idrogeno verde, ossia generato dall’elettricità rinnovabile, tra l’Unione europea e l’Egitto. L’accordo dovrebbe così restare ‘aperto’: secondo alcune fonti del comparto energetico egiziano sentite da Agenzia Nova, l’Egitto dovrebbe “inviare gas proveniente da paesi nella regione, anche da paesi europei” verso l’Ue. Per cui “Cipro potrebbe entrare nell’accordo in futuro”. Una prospettiva che metterebbe una volta per tutte nel cassetto il progetto EastMed, il gasdotto che dovrebbe unire i giacimenti del Mediterraneo orientale (israeliani, ciprioti, e possibilmente anche egiziani e turchi) con l’Europa continentale attraverso Grecia e Italia. Progetto che Bruxelles, ancora di recente, ha inserito nella 5° lista dei Progetti di Interesse Comune (PCI).