La transizione energetica passa per l’Africa

Un grande continente, un grande problema di popolazione e di risorse, una grande opportunità per la transizione energetica. E per l’Italia, che può fare da ponte.

Nel 2030, la metà degli africani vivrà nelle città, mentre entro il 2100 13 delle più grandi megalopoli del mondo si troveranno in Africa, il che pone un grosso problema di approvvigionamento e soprattutto di sviluppo delle fonti rinnovabili. Sistemi come le mini-grid di terza generazione, l’idrogeno da fonti rinnovabili, l’energia solare e l’eolico sono opportunità che possono contribuire a generare sinergie tra le due sponde del Mediterraneo, come ha sottolineato la Vice Ministra degli Esteri e della Cooperazione Marina Sereni all’evento promosso dalla Fondazione RES4Africa per il suo decimo anniversario, il 25 maggio scorso.

L’Italia può divenire un ‘ponte energetico’ per una transizione sostenibile dell’Africa, grazie alla grande presenza del nostro settore privato e al nostro impegno, a livello regionale e globale, sul tema essenziale dell’accesso all’energia. L’Africa sta pagando un prezzo molto alto per l’aggressione russa in Ucraina, con gravi conseguenze a livello energetico sui consumatori, sui produttori e su gran parte della popolazione che dipende dall’energia per la propria sopravvivenza. Nel Continente, i crescenti prezzi di carburante e gas avranno un impatto fortemente negativo sui trasporti, il commercio e soprattutto l’agricoltura, sconvolgendo ulteriormente la peggiore crisi alimentare in corso in Africa negli ultimi decenni. L’impegno sul fronte dello sviluppo delle energie rinnovabili e dei processi di decarbonizzazione è quindi necessario e urgente, e può essere un processo in cui l’Italia gioca una partita da protagonista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *