Circa 13.000 progetti di impianti da rinnovabili in 47 paesi, che possono dare un supporto importante alla ripresa dell’occupazione post pandemia. Dai parchi eolici offshore in Gran Bretagna alle centrali solari galleggianti in Vietnam, le possibilità di lavorare nelle energie rinnovabili potrebbero aumentare in maniera esponenziale. I dati vengono dalla ricerca di Ernst & Young, commissionata dalla European Climate Foundation e dedicata alle opportunità degli investimenti green per la ripresa post pandemia.
Lo studio copre 47 Paesi nel mondo, tra cui tutte le potenze del G20, e mostra un enorme potenziale di accelerazione degli investimenti nelle energie rinnovabili del settore privato, a patto di utilizzare le giuste politiche e normative. Se i progetti individuati da EY fossero implementati nei prossimi 3 anni, raddoppierebbero il tasso di diffusione globale dell’energia pulita, fornendo il 22% delle riduzioni delle emissioni promesse in questo decennio da quelle stesse nazioni. Ma soprattutto, i progetti potrebbe diventare una leva fondamentale nella lotta alla disoccupazione, ancor più aggravata dagli effetti della crisi sanitaria.
Secondo lo studio, i maggiori benefici potenziali si registreranno in Cina e negli Stati Uniti, dove i progetti verdi potrebbero creare rispettivamente 2 e 1,8 milioni di posti di lavoro. Anche India, Australia, Brasile, Gran Bretagna e Canada registrerebbero una buona crescita del dato occupazionale aumentando la capacità eolica, solare e idroelettrica. I nuovi green job copriranno diverse specializzazioni. Dai lavori meno qualificati a livello di costruzione, installazione e produzione, a figure altamente professionali per la progettazione e gestione delle installazioni. In Italia, come abbiamo visto, nonostante il ritardo è possibile affiancarsi al trend di crescita: puntando sui territori, e sullo sviluppo delle comunità intorno a progetti fondati sulle rinnovabili.