Sardegna, culla della transizione energetica

La Sardegna è (quasi) pronta per diventare la culla di una rivoluzione energetica. La parola chiave è decarbonizzazione: tutti gli impianti a carbone presenti sull’isola dovranno essere spenti entro il 2025 – quando l’Italia dirà definitivamente addio al più inquinante tra i combustibili fossili – e il sistema energetico sardo dovrà quindi essere profondamente trasformato. La via migliore da seguire, non priva di difficoltà, è quella delle fonti rinnovabili (in primis fotovoltaico ed eolico) che potrebbero soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’isola e costituire anche un volano per l’economia locale.

Una sfida che può portare la Sardegna a diventare  “il territorio più verde dell’Europa, uno dei pochi esempi al mondo di aree prive di C02”. Nel caso sardo, ha affermato il ministro per la transizione ecologica Cingolani,  la stabilità della rete deve rimanere inalterata nel periodo transitorio. Nelle zone industriali e per le industrie l’energia sarà prodotta dal gas, nel frattempo si affineranno le tecnologie di accumulo per le rinnovabili.

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Starace, il quale per la Sardegna ha ribadito l’intenzione di “anticipare i tempi della decarbonizzazione con progetti fattibili, credibili, sostenibili sia ambientalmente che economicamente”. Per l’ad di Enel regione ha le potenzialità per fare un grande salto in avanti e arrivare prima degli altri a vedere il suo parco energetico e industriale veramente green, diventando “un’esperienza pilota modello per il resto dell’Europa, con una capacità attrattiva, sia in chiave turistica che imprenditoriale molto robusta”.

In questo senso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, rappresenta una forte spinta per accelerare sulla decarbonizzazione del settore energetico. “Il nostro piano di investimenti prevede la crescita di rinnovabili in tutta Italia. In Sardegna possiamo arrivare a un terzo, o anche di più della cifra sopra ipotizzata di 4 o 5 gigawatt. Ma puntiamo a realizzare anche un parco di accumuli realistico, robusto e diversificato“, ribadisce Starace. Insomma, la Sardegna potrebbe diventare la capofila italiana della transizione energetica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *